Quando la psicosi mina l’assetto familiare

psicosi, malattia mentale

Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta

La psicosi rappresenta la malattia mentale per definizione. Il disturbo psicotico si configura in maniera tale da creare una personalità che è in grado di scindere totalmente l’individuo dalla realtà comune. In un grado minimo il disturbo va ad influire solo sul carattere, ma se non adeguatamente curato, con farmaci e psicoterapia, può arrivare a generare deliri ed allucinazioni assolutamente ingestibili.
Quando un disturbo del genere colpisce una madre di famiglia, i problemi possono ripercuotersi su marito e figli incapaci di gestire la donna nella sua quotidianità. Se poi, nello specifico si tratta del Disturbo Antisociale di Personalità, un disturbo poco diffuso ma caratterizzato da momenti di follia associati ad una persona caotica ed insensibile, indifferente alle sofferenze altrui, i cui comportamenti sono caratterizzati da sgradevolezza e brutalità nei confronti di chiunque, ci rendiamo conto che è ancora più difficile per i familiari gestire un congiunto, tanto più se si tratta della “donna di casa”, l’angelo del focolare, il punto centrale della vita e del benessere di una famiglia.
Questo tipo di patologia porta, spesso i congiunti a viverlo come qualcosa da tenere nascosto perché la società non lo accetta e tenderebbe a stigmatizzare non solo chi ne soffre, ma anche i familiari che non fanno nulla per risolverlo in modo definitivo. Il circolo vizioso in cui cade l’intera famiglia è a metà tra il vergognarsi della madre e il cercare di difenderla/proteggerla a prescindere dalle sue qualità morali, per il benessere della famiglia, si tende, insomma, ad accettarla nonostante le sue anormalità.
I figli, in questo caso, “sacrificano” il proprio benessere e la propria autostima, necessari alla crescita a vantaggio di una sottomissione, finiscono a scegliere il proprio danno piuttosto che l’esilio o l’allontanamento di colei che dovrebbe fornire fiducia e supporto nel progresso della vita, anche perché si rendono più o meno consapevoli del fatto che non riusciranno mai a “crescere normalmente”, ci sarà sempre qualcuno che minaccerà costantemente i propri progressi, in un modo o nell’altro. L’effetto che ne viene fuori è quello di generare personalità tendenti all’autoesclusione, all’emarginazione, alla depressione. Allo stesso modo, il marito, se non scappa, lasciando tutto e tutti perché incapace di gestire la situazione, si vedrà come il responsabile di un fallimento nei confronti di moglie e famiglia, rassegnandosi allo stato delle cose fino a lasciarsi sottomettere dall’impeto malato della moglie scegliendo uno stato reattivo caratterizzato da depressione piuttosto che dal costante tentativo di risoluzione del problema.
Spesso ci troviamo di fronte ad una donna che ha rimosso gli innumerevoli traumi subìti nel suo passato che ora non riesce a gestire i propri comportamenti, andando a riversare tutto il suo malessere su una famiglia che, a sua volta, non riesce a gestirla. È, innanzitutto necessario che essa venga aiutata nel riconoscere se stessa come malata, infatti spesso tende a nascondere, o addirittura a non vedere la propria patologia che può sfociare in alcolismo o sessualità ambigua.
Diventa necessario fare in modo che la famiglia si renda conto di dover agire su una persona che spesso non ha la capacità di autoregolarsi facendo anche da Io ausiliario, indirizzandola e spingendola alla cura. In questo frangente sarà necessario che tutta la famiglia si sottoponga ad un percorso che ne faciliti le relazioni riportando su un piano di “normalità” ciò che ormai non lo è più.

Dott. Pasquale Saviano
Psicologo – Psicoterapeuta
Specialista in Psicologia Clinica e  Psicoterapia Psicanalitica
Corso Europa, 12 Frattamaggiore (NA) Tel. 3204692910
savianopasquale@hotmail.com
www.facebook.com/PsicologoFrattamaggiore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *