Riportiamo sul nostro portale l’esperienza di una maestra di una classe terza elementare raccontata da una brava maestra su Focus Scuola.
All’inizio dell’anno scolastico in una classe terza della scuola primaria parliamo di metodo di studio. Gli alunni chiedono: «Che cosa vuol dire?». Timidamente il piccolo Alessandro prova a rispondere: «Secondo me, studiare vuol dire che leggi e poi ti fai delle domande perché poi ti viene voglia di scoprire anche altre cose. Lì però non te le dice… e domandiamo a voi!».
Alessandro ha colto nel segno! Una volta ho visto l’immagine di una frase scritta su un muro che diceva: “Se ci aveste spiegato di meno, avremmo capito di più”. Per quanto possa sembrare paradossale, questa frase rimanda alla realtà di molte lezioni, incentrate sulla sola trasmissione di conoscenze e non sull’acquisizione di competenze. Per questo motivo, il team dei docenti di classe ha scelto, dove possibile, di adottare la didattica capovolta (flipped classroom).
L’AVVIO E I CONTENUTI RISORSA
Nella scuola primaria è fondamentale una prima fase di avvio in classe in cui l’insegnante introduce l’argomento facendo emergere le conoscenze pregresse degli alunni e li aiuta a riorganizzarle. A questa segue quella di fruizione dei “contenuti risorsa” che, però, avviene a casa (accedendo alla piattaforma e-learning di classe, ambiente protetto, accessibile solo a insegnanti, alunni e famiglie).
I “contenuti risorsa” sono così denominati perché costituiscono la risorsa principale per avviare le attività del momento operativo in classe, ma possono anche diventare occasione di approfondimento in caso di dubbi da parte dei bambini rispetto a quanto visionato a casa. Il loro chiarimento il giorno dopo in classe, infatti, potrà fungere da introduzione al lavoro vero e proprio, ma anche da spunto a partire dal quale organizzare o riorganizzare l’intero percorso.
Questa fase è la più delicata: non si tratta di fornire solo materiale da visionare, ma di costruire percorsi che stimolino l’acquisizione di nuovi saperi e che prevedano la memorizzazione dei contenuti attraverso il loro impiego in semplici attività diversificate e il conseguente monitoraggio dell’acquisizione degli stessi.
LA FASE DEL SAPERE AGITO
La successiva fase di lavoro in classe prevede invece l’impiego degli “apprendimenti risorsa” in compiti più complessi al fine di realizzare la costruzione della competenza intesa come “sapere agito”, ovvero della capacità di mobilitare il sapere per risolvere problemi e gestire situazioni. Possiamo dire che i classici compiti a casa vengono eseguiti in classe con la supervisione diretta dell’insegnante, che assume un ruolo di guida e coordinatore delle attività, stimola riflessioni, risolve dubbi e aiuta chi è in difficoltà.
Per questo motivo il fulcro della didattica capovolta è proprio il lavoro che viene svolto in classe e non la fase di anticipazione dei contenuti. Così facendo la classe diventa teatro di attività laboratoriali all’interno delle quali si impara facendo e si trasforma in comunità di apprendimento che riflette sui problemi e cerca una soluzione. Le competenze, tuttavia, implicano anche aspetti relazionali, sociali e interpersonali. Gli alunni, impegnati a lavorare a gruppi in attività cooperative, non solo si confrontano fra loro, spiegando cosa vorrebbero fare, descrivendo ciò che hanno visto o intuito, dicendo ciò che sembra loro di aver capito e proponendo altre esperienze, ma collaborano con i compagni assumendo un ruolo specifico (inizialmente assegnato dall’insegnante in base alle abilità di ciascuno) e interdipendente alla risoluzione del compito assegnato.
LA VALUTAZIONE FINALE
È previsto, infine, oltre a un momento di valutazione diretta da parte del docente tramite l’utilizzo di checklist o rubriche valutative predisposte ad hoc, anche un momento di autovalutazione tra pari dove gli alunni sono chiamati a esprimersi non solo sui propri elaborati e sul processo seguito, ma anche sulle dinamiche interne al gruppo in cui hanno lavorato.